24/04/2020
Da sempre quando si parla di Hagakure, si pensa subito al libro di Tsunetomo che trasmette il “codice” del guerriero giapponese, un codice morale che va ben oltre l’apparente culto della morte.
Ma qual è il significato di questo termine per la nuova generazione di “guerrieri digitali”?
Oggi, quando sentiamo il termine Hagakure, pensiamo al nuovo paradigma di Google: un nuovo “codice” da seguire per rendere da una parte più profittevoli le campagne e dall’altra più agevole il lavoro svolto dai vari specialist.
Negli ultimi anni Big G, come diverse altre piattaforme PPC, ha rafforzato e reso protagonista l’automazione all’interno dei vari account pubblicitari. Lo ha fatto rendendo più fluida l’organizzazione degli ad group e delle keywords al fine di poter raccogliere un maggior numero di dati su cui poter far lavorare il magico mondo del machine learning e dello smart bidding.
Non si tratta più quindi di puntare alla granularità delle campagne, alle offerte manuali e all’eccessiva segmentazione. Con questo intendo ad esempio una stretta semantica a livello di parole chiave, suddivisione delle campagne per dispositivi, segmentazione del pubblico, diversi match type delle kws, e così via.
Proprio in linea con questo cambio di strategia, si inserisce il nuovo paradigma Hagakure inteso come “codice di best practices” da seguire per il successo delle campagne pubblicitarie.
Inoltre la personalizzazione può essere eseguita anche attraverso l’ Ad customizers. Questo consiste nell’utilizzare tutti gli elementi che permettono di personalizzare gli annunci per includere località, modelli, prezzi, date, ora del giorno, giorno della settimana, tempo rimanente prima del termine della vendita e così via.
Infine un altro criterio è quello della funzione IF. Nel 2017 Google ha introdotto questa nuova funzionalità che consente di inserire un messaggio specifico nel testo dell’annuncio quando viene soddisfatta una specifica condizione, al fine di rendere gli ads maggiormente personalizzati per ogni ricerca e più pertinenti per i potenziali clienti.
Dunque, abbiamo bisogno di una struttura di account che massimizzi l’efficienza dell’algoritmo per sfruttare al meglio queste nuove opportunità.
Fonte: Google
In sintesi tramite questo nuovo approccio è possibile:
– sfruttare completamente le funzionalità di automazione di Google per migliorare complessivamente le performance di un account
– rendere più smart il lavoro puramente operativo per dedicare maggiori attenzioni alle strategie da adottare
– semplificare l’account, la gestione e l’ottimizzazione delle campagne
– maggiore attenzione a ciò che accade nelle pagine di destinazione da cui poter trarre massimo profitto per le proprie keywords
Prima di adottare Hagakure, bisogna sempre valutare se questa nuova struttura è in linea con il piano strategico del proprio cliente, anche se il modo migliore per scoprirlo è testarlo!
Vi sembra un metodo più semplice o complesso? …beh, ricordiamoci che in fondo “Le grandi imprese non si compiono da sobri” (Yamamoto Tsunetomo). 😄
AUTORE: Ambra Mauriello – Paid Media Manager